DALLA CINA AL PIEMONTE, VI RACCONTIAMO TUTTE LE TAPPE DELLA SALSA DI POMODORO PIU’ FAMOSA DEL MONDO.

Cosa c’è di più americano del tomato ketchup? Qualunque cosa, verrebbe da dire.

Perché il viaggio della salsa di pomodoro per eccellenza ha inizio secoli fa in Oriente, e per di più senza alcuna connessione con il purpureo vegetale!

In questo viaggio incontreremo cuochi e marinai, commercianti e pubblicitari: siete pronti all’avventura?

 

KE-TCHUP, KECAP, KICHAP, KETSIAP.

Qual è l’etimologia esatta della nostra salsa? È ancora oggi un mistero. C’è chi sostiene che derivi dal malese kecap o kichap, un’emulsione a base di pesce azzurro fermentato, oppure dal cantonese ketsiap, che vuol dire letteralmente salsa di pomodoro, o ancora dal dialetto hokkien – quello del Fujian e di Taiwan – col significato di salsa di pesce conservato.

Quello che è certo è la paternità orientale di questa ricetta, e il fatto che inizialmente fosse a base di pesce: fu solo intorno al 1600 che i marinai olandesi e britannici della Compagnia delle Indie ne vennero a conoscenza, importandolo sempre più in grandi quantità in Europa.

 

L’ERA DEL “FAI DA TE”.

Importa, importa, importa… anche il prezzo dei dazi divenne importante!

Così, nel XVIII secolo, in Gran Bretagna e Stati Uniti prese sempre più piede la produzione di ketchup autoctono – con le varianti più originali.

Acciughe, noci, funghi, pomodoro, zenzero, macis, scalogno, aceto: ognuno ci aggiungeva il suo tocco personale, interpretando la salsa a suo piacimento.

Poi dal secolo successivo, apriti cielo – e mercato: con l’inizio della produzione in larga scala, il tomato ketchup divenne una delle salse più amate e divorate degli USA.

E IN ITALIA?

Il nostro Belpaese, spesso pioniere in ogni ambito della cucina, in realtà annoverava già una salsa simile al tomato ketchup: era il tradizionale bagnet ross piemontese, una densa emulsione di pomodori e peperoni che serviva per accompagnare il tipico bollito misto di carne locale.

Il gusto c’entrava poco o nulla con il ketchup, ma colori e ingredienti la resero subito una parente non troppo lontana della sorella made in USA: per un certo periodo le due salse andarono a braccetto, iniziando a popolare il mercato italiano verso metà Ottocento.

In epoca fascista però, parlare di tomato ketchup iniziò ad esser visto come un grave affronto all’italica lingua: si accostò quindi al termine anglosassone il latinissimo salsa Rubra, che vinse il ballottaggio con l’altra definizione di salsa Vesuvio.

Forse, per la sua somiglianza ad una colata lavica che ricopre carni e patatine, salsa Vesuvio ci stava pure meglio. Che l’eruzione di piacere abbia inizio.